NON SI DICE PIACERE E "L’OSPITALITA’ E’ D’ORO"

Al grido “egocentrica a chi?” e “sii ego-riferita quando ti capita”,
sono felice di condividere con voi l’intervista che ho rilasciato a “L’Ospitalità è d’Oro”.
 
 
 
 
Perchè è bello leggere di “bon ton” anche in altri blog,
Perchè parlare di buone maniere è sempre utile,
Perchè, visto l’arrivo (si spera) delle vacanze parlare dell’ostico tema degli “Ospiti” può tornare utile.
 
 
 
 
 
Ciao Ilaria, grazie intanto per aver accettato il nostro invito. Negli ultimi tempi il bon ton sembra tornato in auge e non viene più visto come un aspetto retrò. Secondo te da dove nasce questa nuova considerazione per le buone maniere? 

La “buona educazione”, anche nelle sue manifestazioni più formali e tradizionali, se reinterpretata in chiave moderna, fa la differenza. Al lavoro, a scuola, con gli amici e anche su web. 

Perché i dettagli fanno la differenza e contano. 

Soprattutto in tempi di incertezze e crisi c’è un gran bisogno di linee guida salde su cui puntare. 

 
 
 
 
Un’esperta di bon ton spesso nota i comportamenti poco eleganti degli altri, anche se li tace. Ma qui puoi dircelo: che cosa sbagliano la maggior parte delle persone in fatto di buona educazione (oltre a dire Piacere quando si è presentati, naturalmente!)?
 
Il “bon ton” non è nulla di trascendentale nè tanto meno complicato. E’ solo logica. 

E’ semplicemente il rispetto per il prossimo.
I gesti maleducati sono banalmente delle lesioni di spazi, sentimenti e libertà altrui.
L’esempio più banale è proprio il nome che ho scelto per il blog:
“Non si dice piacere” perché mentiremmo, ancor prima di conoscerla, ad una persona inventandoci che è un “bello” incontrarla (cosa che potremmo dire solo dopo aver fatto una conversazione, aver condiviso qualcosa).
Per non parlare di non condividere ciò che stiamo masticando con i nostri commensali… e così via. 

 
 
 
 
 
Qual è invece il gesto di buona educazione che più apprezzi negli altri?
Il sorriso.
Forse sembrerà una risposta fuori tema. Ma in realtà è il cardine delle buone maniere.
Con un sorriso si arriva molto lontano e si renderà sicuramente meno “grigia” la giornata di chi incontreremo. 

Audrey Hepburn

 
 
L’estate e le vacanze si avvicinano e sarà più probabile ospitare amici o essere ospitati.
Puoi dare alle nostre lettrici qualche suggerimento per essere ospiti discreti ma accoglienti? 

Se non è cosa banale essere degli ottimi padroni di casa, non è facile nemmeno navigare nelle “acque oscure”  dei panni dell’ospite.
Condividere spazi, momenti, esperienze “fuori casa” talvolta può risultare non semplice.
Ma ci sono pochi suggerimenti che ci aiuteranno a ricevere sicuramente il titolo ambito “ospite dell’anno” come ad esempio:
 
– non arrivare mai in largo anticipo, cosi da “beccare” bigodini, facce struccate e/o barbe da fare. Essere “puntuali”, premia sempre e comunque
– il “fai come se fossi a casa tua” è da non interpretare sempre in senso lato. Mai essere invadenti
– non ci si fa “servire e riverire”, ma ci si mette sempre a disposizione per aiutare
– non portiamo animali con noi senza aver espressamente chiesto il permesso prima: non si affligge mai chi non li ama
– non ci si presenta mai a mani vuote: in base alla circostanza, contesto e confidenza, si porteranno regali personali o dei fiori. Per quest’ultimi, una delicatezza è farli recapitare nel pomeriggio, così da consentire alla padrona di casa di sistemarli. Mentre per i dolci, è sempre meglio chiedere e sapere quante persone sono state invitate 
– se abbiamo qualche problema alimentare è bene portarsi da casa l’occorrente per cucinare  i propri pasti o avvisare nel caso in cui si è molto in confidenza. Nelle situazioni più “formali” è meglio manifestare uno scarso appetito: le nostre doti da mancati “premio Oscar” ci verranno in aiuto
– è vero: dopo tre giorni, come il pesce, l’ospite puzza 
 
– gli inviti vanno accettati solo se si certi di essere graditi: non si prende in parola una frase, magari detta pentendosene, o un generico e di circostanza “vieni a trovarci”, solo perchè vogliamo risolvere il “problema-vacanze”
– si comunica sempre sia orario di partenza che di arrivo: evitiamo di far fare levatacce ai padroni di casa solo perchè quel volo, ad esempio, costa meno. 
 
– lasciamo tutto ciò che è di nostra proprietà esclusivamente in camera nostra: niente vestiti i o biancheria in giro per il bagno. 
 
– non gironzoliamo per casa aprendo porte/armadi (!!)
 
– quando non siamo in camera, la porta della stanza va sempre lasciata aperta. Un aspetto ordinato e un letto rifatto sono essenziali
– è molto carino, una volta partiti, ribadire quanto si è stati bene, ringraziando i padroni di casa ancora una volta (mai eccedere, suonerebbe come falso)
 
 
 
Cosa ne pensate?
Qualche altro suggerimento da aggiungere?
 
 
 
 

19 comments

  1. Mi sembrano tutte ottime regole di buona convivenza! Io aggiungerei anche che offrirsi di dare una mano in casa o nella spesa col sorriso aiuta a essere degli ospiti ben graditi, e toglie di mezzo quell'imbarazzo iniziale del 'ma tu sei l'ospite mica devi faticare!' che tutti dicono per educazione ma che a conti fatti è una mezza stupidaggine! 😀

  2. Nulla di piu' vero, le buone maniere sono innanzitutto un segno di rispetto verso il prossimo. Mi piacerebbe che parlassi anche di quando si ricevono ospiti con bambini, a me è capitato e ci mancava poco che dovessi fare anche la loro baby-sitter perchè i genitori si son sentiti talmente a loro agio da pensare che l'ospitalita' comprendesse anche quello!

  3. …io di solito sono una pessima ospite! Ho mille intolleranze alimentari, ma solo questo difetto dai, per il resto penso di sapermi adattare bene alla casa dove vado! Ma la cosa che mi piace fare di più è essere una brava padrona di casa! 😀
    Tu sai sempre cosa dire…ma come fai!!!

  4. Ottimo post come sempre.
    Adesso lo stampo con carattere 72 e lo attacco sullo sportello del frigo nella vana speranza che mia suocera lo legga.

    Starà da me per un mese intero.

    🙁

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